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Emilia Romagna

Falterona

A cura di Dallo scarpone alle ciaspole! - da cui sono tratti testo e fotografie ed a cui si rimanda per eventuali dettagli ulteriori. Verificare con guide in loco la situazione dei tracciati e la loro eventuale pericolosità: attenzione alla neve non assestata ed alle giornate con visibilità incerta. Evitare di muoversi in assenza di totale sicurezza.
L'itinerario è un racconto da parte della nostra lettrice, non è stato provato o verificato da www.ciaspole.net



In numeri:
Lunghezza: circa sedici chilometri
Dislivello: mille metri
Tempi: quasi quattro ore totali
Tracce: sentieri estivi 16 17 00 16

Con partenza obbligata da poco sopra l'abitato di Castagno d'Andrea - a causa di una frana che impedisce da diversi mesi l'accesso diretto alla Fonte del Borbotto - si seguono i segnavia del CAI 16 che tagliano diversi tornanti dei sei chilometri dello stradello forestale e in poco meno di un'ora si giunge alla citata Fonte.
Qui ci sono diversi sentieri, oltre allo stradello che continua per altri sei chilometri fino a Piancancelli. Il nostro percorso è continuato sempre sul 16 che per 500 metri segue lo stradello per poi deviare a destra inerpicandosi lungo una suggestiva faggeta che in condizioni nevose diventa davvero fiabesca.
Per circa un km la pendenza e' assai notevole.
Il sentiero e' sempre ben evidente e zigzaga fino a quando non raggiunge il crinale nord a quota 1529 mslm: la ciaspolata invernale avviene tra arbusti e rimboschimenti, lungo una cresta segnata dalle intemperie.
In caso di bel tempo in alcuni punti la faggeta apre dei varchi spettacolari sul versante della Gorga Nera.
Noi, come poi testimoniano le immagini, abbiamo sempre ciaspolato con avverse condizioni ma lo spettacolo ci ha ampiamente ripagato sopratutto nel tratto sotto la croce quando la bassa faggeta praticamente spariva sotto la neve.
Attraversato il pianoro,il sentiero poco prima della croce ha ricominciato ad essere nuovamente in salita ma nel giro di venti minuti siamo giunti alla cima del Falterona, ciaspolando sopra i rami degli abeti schiacciati dal peso della neve.
La vetta del Falterona e' un importante crocevia: infatti, se avessimo proseguito sulla sinistra, in meno di mezz'ora saremmo giunti in cima al monte Falco, mentre se avessimo proseguito lungo il sentiero alle spalle della Croce saremmo andati prima alla Sorgente del Falterona e poi verso il lago degli Idoli. Avendo però poche ore di luce ancora a nostra disposizione abbiamo proseguito verso sud lungo il sentiero 17.
Da Castagno alla Croce del Falterona con oltre novecento metri di dislivello e con più di un metro di neve e relativo sentiero da tracciare, i tempi di percorrenza si sono un po' allungati: in nemmeno 2.30h eravamo in cima.
La discesa è stata piacevolissima dal momento che la neve era immacolata e quindi con le ciaspole è stato bellissimo...sembrava di galleggiare...
Il tratto iniziale di discesa, da sotto la croce fino alla prima spianata, presenta una notevole pendenza e, quando non c'è neve, il sentiero è scalettato.
La faggeta in questo tratto è bassa ed il sentiero gira intorno ai tronchi in una specie di carosello: camminiamo sospesi tra il Casentino alla nostra sinistra e l'Appennino Romagnolo alla destra.
Passato un rimboschimento di abeti, il sentiero rientra nella faggeta e costeggia il costone della Gorga dove un tempo vi era una palestra di ghiaccio: qui vi è un balcone dal quale nelle giornate di bel tempo si gode uno spettacolo a 360 gradi.
Comunque il sentiero non presenta mai difficoltà tecniche ed in nemmeno un'ora dalla Croce si giunge al Varco delle Crocicchie, altro punto di snodo di sentieri.
Noi abbiamo proseguito sempre sul 17 che gira a destra ed inizia a scendere sempre in faggeta lungo una dorsale e dopo circa quindici minuti il sentiero svolta a destra per giungere in breve sul laghetto della Gorga Nera, oggi protetto per la presenza di fauna ittica a rischio estinzione.
Attraversato il ruscelletto, il sentiero diventa stradello e inizia a scendere rapidamente lungo una maestosa faggeta e poco dopo si arriva alla Fonte del Borbotto.
Al ritorno abbiamo preferito ciaspolare lungo la strada dal momento che in discesa il sentiero era assai scivoloso e fangoso: la neve aveva lasciato il posto alla pioggia che aveva ridotto in poltiglia la neve.
Dalla Fonte alla macchina abbiamo impiegato poco meno di un'ora; il sentiero da noi effettuato con le ciaspole può essere tranquillamente allungato fino al monte Falco nel caso riaprissero la strada fino al Borbotto.

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