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Ciaspolata in val Sesia

Perché andare a ciaspolare?
Per i panorami? Per la merenda? Per la gioia di faticare e divertirsi in neve fresca?
Tutti ottimi motivi.
La ciaspolata verso la valle d'Otro, in val Sesia, ne aggiunge uno in più: un motivo "culturale" e quasi etnografico.

Salendo da Alagna, infatti, in meno di un'ora si raggiungono Follu, Scarpia, Dorf, Weng... piccoli agglomerati di baite dove l'edilizia walser la fa da padrone. 
Ma chi sono i walser?
Sono una popolazione di origine germanica che nel corso del Medioevo valicò le Alpi per insediarsi attorno al Monte Rosa: permangono testimonianze di questa popolazione nelle valli del Lys e di Ayas (in provincia di Aosta), a Macugnaga, in val Formazza ed in val Sesia in Piemonte. Uno dei centri più meridionali ad aver subito un'influenza walser è probabilmente Ornavasso, nei pressi di Verbania, il cui toponimo sembra proprio derivare dal germanico Ort am Wasser ("giardino presso l'acqua").
Come scrive il sito, PatrimoniLinguistici.it (vedi la pagina: www.patrimonilinguistici.it/lantica-lingua-delle-alpi-walser/): "Il nome con cui chiamiamo questa lingua (e il suo popolo) ne ricorda chiaramente l’origine: infatti walser è una contrazione di walliser, cioè “originario del Canton Vallese” (in tedesco Wallis). Inoltre il nome locale della lingua tradisce la chiara origine germanica: titsch, titschu, töitschu si collegano allo “svizzero tedesco” tüütsch, al tedesco deutsch, all’olandese duits, all’inglese dutch e al danese tysk. Localmente, walser è il nome del popolo walser, mentre titsch(u) quello della lingua walser.
Ricerche storiche e studi linguistici hanno dimostrato che le popolazioni walser sono originarie proprio del Canton Vallese: a partire dal XIII secolo, molte comunità emigrarono lungo le Alpi e attraversarono molti passi alpini per creare nuove colonie. Tale circostanza fu aiutata dal fatto che in quel periodo c’era stato un forte aumento delle temperature, e che quindi era possibile valicare anche alti passi di montagna, anche a 3.000 metri di altezza, in cui i ghiacciai si erano molto ritirati. Inoltre si poté approfittare del fatto che nel Medioevo le valli erano piuttosto spopolate e inospitali. A questo periodo di alte temperature ne seguì un altro di glaciazione, che di fatto isolò le diverse colonie walser dalla madrepatria
".
L'eredità walser si è mantenuta a fatica ed è oggetto, nel corso degli ultimi decenni, di un progetto di tutela e valorizzazione sia qui, ad Alagna, Riva Valdobbia e dintorni, sia nelle altre isole culturali citate.

Per arrivare in val d'Otro si inizia a salire dal centro di Alagna, seguendo le numerose indicazioni. Si prende quota nel bosco (con ciaspole o ramponcini) ed in meno di un'ora si raggiunge Follu, il centro più caratteristico perché alle tipiche baite in legno e pietra si accosta una chiesetta bianca.
Camminando per pochi minuti si sfiorano gli altri nuclei rurali per una suggestiva immersione nell'architettura walser.

Difficile da dimenticare!

PS: la ciaspolata rievoca anche una tragedia più recente, che nulla ha a che fare con la cultura walser, e che raccontiamo nella pagina dedicata alla ciaspolata.

Per ulteriori informazioni, clicca qui: www.ciaspole.net/itinerari1/piemonte/ciaspole-otro.htm

  07/02/2023

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