incredibile ampiezza di panorami, sulle montagne di Luson
IN BREVE
Partenza: parcheggio lungo la SP29, appena a valle del km 19.5 in corrispondenza di una curva (il parcheggio è noto in zona come Eistil Boden). Si arriva sia da Bressanone e Luson sia dalla val di Funes salendo in direzione del passo delle Erbe e scendendo poi per circa 1.5 km
Arrivo: vetta del monte Gabler, 2598 mslm
Tempo di percorrenza: 2h45' in salita.
Difficoltà e pericoli: Con le consuete precauzioni, itinerario sostanzialmente sicuro. Attenzione, però, in caso di nebbia o scarsa visibilità: orientamento difficile sui pendii oltre il limite del bosco. Gli stessi pendii, in caso di neve abbondante e non assestata, sono da evitare.
La salita alla vetta del monte Gabler per quanto ricca di soddisfazioni richiede abnegazione, tenacia e costanza. L’ascesa, infatti, è assolutamente non banale ed anche una sua descrizione risulta particolarmente impegnativa dato che le condizioni della neve possono modificare le tracce da seguire. E' richiesto un po' di senso dell'orientamento.
Un piccolo slargo in corrispondenza di un tornante, meno di un paio di chilometri prima della chiusura della strada diretta al passo delle Erbe, segna l’inizio della ciaspolata che, in questa prima fase, si svolge in modo lineare prendendo quota senza grandi strappi fino alla baita Edelweiss ed al rifugio Halsl, aperto durante la stagione invernale.
Si segue la traccia contrassegnata dal segnavia 10 (nel 2025 c'erano evidenti indicazioni verso il rifugio Halsl). E' anche consentito, eventualmente, partire poco più a monte, dove la strada per il passo delle Erbe viene chiusa, e seguire la pista da fondo avendo cura, però, di non rovinare i binari dedicati agli amanti dello sci nordico.
Dopo circa 30-40 minuti si raggiunge una radura soleggiata dove si trovano appunto il rifugio Edelweiss e l'Halsl: qui si devono seguire le indicazioni estive per il rifugio Schatzer, oppure, volendo, si possono tagliare "dritto per dritto" i vari pendii a nord della radura. Si sale tra larici ed abeti, guadagnado quota con decisione.
Giunti in un gruppo di malghe, quando si inizia ad osservare un profondo avvallamento della montagna verso nord, si abbandona la direzione del rifugio per proseguire verso destra ed intraprendere, per alcune centinaia di metri, il Dolomiten panoramaweg che pare condurre fuori mano, allontanandosi verso est (segnavia 14).
Continuando lungo la linea del 14 (magari tagliando qua e là) si raggiungono due baite e lo sguardo si apre sulle Dolomiti orientali: si riconoscono la Croda Rossa e la Montejela de Sennes. Appena dopo queste due baite (precedute da una indicazione per la capanna Gabler e da un recinto che ne vieta l'attraversamento estivo) la ciaspolata cambia decisamente volto.
Addio pendenze moderate e percorso delineato!
A questo punto, affidandosi all’istinto ed alla clemenza delle condizioni meteo, non resta che tagliare il pendio - senza una linea obbligata ma ricercando le pendenze più abbordabili - salendo fino alla cresta sommitale da seguire fino alla croce di vetta ed al caratteristico bivacco posto poco più a valle.
In vetta, ma già durante l’ascesa, è incredibile la soddisfazione panoramica: l’intera catena delle Odle chiude il panorama a meridione e s’intravedono soltanto le vette che cingono l’Alpe di Siusi. Il Sass de Putia domina l’intera ciaspolata e sembra confondersi con le Dolomiti che segnano il confine tra val Badia ed Ampezzano. Si riconoscono le Tofane ma anche il Pelmo oltre alle già citate Croda Rossa e Montejela de Sennes.
A nord si ammira un'infinità di cime, prossime al confine con l'Austria (spiccano il Tribulaun di Fleres ed il Gran Pilastro), mentre a sud ovest si arrivano a scorgere le Dolomiti di Brenta ed i ghiacciai del gruppo Adamello – Presanella. Impossibile citare tutte le vette che si possono distinguere da questo fortunato punto di osservazione!
La discesa avviene seguendo la traccia di salita, ritagliandosi lo spazio per divertenti e numerose digressioni in neve fresca.
In questa pagina abbiamo raccontato una possibile via di accesso alla vetta del monte Gabler. Nelle due volte in cui abbiamo affrontato la salita, però, abbiamo notato diverse tracce che salgono in modo più diretto dai dintorni del rifugio Schatzer o appena a est del profondo avvallamento (o spaccatura) che si apre ai piedi del Gabler. A nostro modesto avviso (ma è una pura e semplice opinione) la via di salita descritta è la più praticabile, pur se lunga e molto impegnativa.
Clicca per aprire la mappa Kompass, da usare esclusivamente come riferimento. I percorsi invernali differiscono spesso da quelli estivi e vanno adattati alle condizioni oggettive (le mappe Kompass abitualmente indicano in azzurro la traccia invernale).
SUL WEB
E per quando la neve si scioglie.. su www.cicloweb.net trovi tante opportunità per camminare d'estate e pedalare tra sentieri, strade e piste ciclabili.
Qualche link per iniziare ad esplorare l'Alto Adige - Sud Tirol.
- pedalate in provincia di Bolzano;
- foto informazioni curiosità dell'Alto Adige