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Monte Ponteranica e monte Valletto sullo sfondo (scorri la gallery!)
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Salendo lungo la provinciale del San Marco
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Una casera a valle del rifugio Passo San Marco
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Nubi in ingresso da valle, Venturosa sullo sfondo
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L'Alben emerge dalle nuvole basse
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Il rifugio Passo San Marco
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Verso la cresta della val Masino
Lombardia

Passo San Marco

IN BREVE
Partenza: Madonna delle Nevi (parcheggio a 1300 mslm), quattro chilometri a monte di Mezzoldo 
Arrivo: passo San Marco, 1992 mslm
Difficoltà e pericoli: scariche spontanee possibili in particolare tra il rifugio Passo San Marco ed il valico omonimo. Il rifugio non è sul passo ma un po' più a valle. Chiedere sempre informazioni circa le condizioni del manto nevoso. Adatto ai bambini se abituati a camminare: possibilità di utilizzo dello slittino sia attorno al rifugio sia per alcuni tratti in discesa (dove le pendenze e la presenza della neve lo consentono).
Tempi di percorrenza indicativi: in salita, 1h20' al rifugio più 25' per il passo. In discesa, 15' dal passo al rifugio ed un'oretta per rientrare, tagliando diversi tornanti in neve fresca.


Poche volte come questa si può descrivere un itinerario senza faticare troppo: dal parcheggio in località Madonna delle Nevi, a circa 1300 metri di altitudine, quattro chilometri oltre Mezzoldo, seguire la provinciale per il passo San Marco fino al rifugio omonimo (posto a 1850 mslm, poco a monte della sella della Casera Ancogno), circa cinque chilometri di sviluppo con 550 metri di dislivello, e, in condizioni di sicurezza, fino al valico, a circa sette chilometri dal punto di partenza e con 650 metri di dislivello complessivo (altitudine del passo, 1992 mslm).

Però.
Però su www.ciaspole.net non vogliamo semplicemente portarvi "da qui a lì".
Vogliamo anche raccontare i luoghi attraversati con la loro storia e la cultura. I panorami. Le opportunità.
E così non possiamo non accennare alla storia della val Brembana che, in epoca di dominazione veneziana, era un'importante via di transito verso la Lega dei Grigioni (la Valtellina è stata, per secoli, parte della Confederazione Elvetica): per tale motivo, Venezia investì parecchio in vie di comunicazione che superassero le Alpi senza passare dal Lago di Como, e quindi dal Ducato di Milano, risparmiando così gli onerosi dazi.
Prima fu costruita la via Mercatorum poi la via Priula, voluta dal Podestà Alvise Priuli (da cui evidentemente prese il nome) e conclusa nel 1592. Oggi la provinciale si discosta dal tracciato veneziano ma rimangono fruibili, a fini escursionistici, diversi tratti del percorso originario.

Salendo lungo la provinciale si farà poca fatica sfruttando un tracciato molto frequentato e sovente battuto (il rifugio è infatti aperto ed è servito tramite motoslitta). In discesa si possono considerare diversi tagli in neve fresca (da studiare mentre si sale), in particolare tra i km 57 e 55 della provinciale.

A monte del rifugio, come detto, si può raggiungere il passo San Marco se e solo se i pendii a nord sono sufficientemente stabili. Possono infatti staccarsi slavine spontanee in almeno tre punti. In condizioni di sicurezza si può seguire la provinciale o tagliare il primo tornante risalendo un faticoso pendio che, in discesa, si trasformerà in una divertente digressione in neve fresca.
Ampio, ma davvero, il panorama dal valico: alle cime orobiche (durante la salita spiccano l'Arera, l'Alben, il Venturosa, il Pizzo Baciamorti ed i più vicini Mincucco, Monte dei Triomen, Valletto e Ponteranica) si aggiungono i giganti di granito della val Masino (Pizzo Badile e Pizzo Cengalo) oltre alla Cima di Castello ed a tutta la cresta di confine tra la Valtellina e l'Engadina.

Purtroppo c'è qualche traliccio di troppo, in particolare sul valico (che è obiettivamente penalizzato, mentre durante la salita si gode del panorama senza troppi fastidi), e le motoslitte sono utilizzate non solo a servizio del rifugio ma anche a fini ludici, guastando - in particolare durante i weekend - l'atmosfera di tranquillità che si ricercherebbe in montagna.

Variante: con le ciaspole si può salire da località Ponte dell'Acqua, a monte di Mezzoldo, fino al rifugio ma è bene considerare la situazione del manto nevoso in particolare nel finale quando la traccia passa a valle di pendii abbastanza ripidi (segnavia 114, variante non sperimentata). 

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Se avete tempo, sulla via del ritorno passate per Cornello dei Tasso. E' un piccolo miracolo: un borgo genuinamente medievale, rimasto integro nel corso dei secoli. La ragione del suo successo attuale risiede, probabilmente, nella sua decadenza: se, infatti, la sua posizione sulla via Mercatorum ne segnò l'ascesa ed il successo, la costruzione della via Priula, poco più bassa, portò alla perdita di centralità e rilevanza del paese. Il paese è la "casa natale" della famiglia Tasso (Tassi o Tassis), che re-inventò il servizio postale e dalla quale prendono il nome i moderni taxi!
Ne parliamo più diffusamente qui, su www.cicloweb.net (clic)

Clicca per aprire la mappa Kompass , da usare esclusivamente come riferimento. I percorsi invernali differiscono spesso da quelli estivi e vanno adattati alle condizioni oggettive (le mappe Kompass abitualmente indicano in azzurro la traccia invernale).


SUL WEB
E per quando la neve si scioglie.. su www.cicloweb.net trovi tante opportunità per camminare d'estate e pedalare tra sentieri, strade e piste ciclabili.
La Bergamasca si raggiunge cliccando questi link (aprono una nuova finestra del tuo browser):
- pedalate nella Bergamasca;
- guida turistica alle Orobie

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